anticorpo monoclonale per la cura dell'emicrania

A come ANTICORPO MONOCLONALE, detto anche (erroneamente) vaccino per l’emicrania

Amiche e amici è giunto il momento del primo post alla Superquark… quindi, sigla prego!
Ecco, in questo momento dovete immaginare che ci sia in sottofondo l’Aria sulla IV corda di Bach, altrimenti non c’è l’atmosfera giusta per leggere questo articolo. Bene, ora che abbiamo creato la giusta atmosfera, veniamo al dunque e possiamo iniziare a parlare di anticorpo monoclonale.

Ormai, quando io sento dire «anticorpo monoclonale per l’emicrania» reagisco esattamente come i cani di Pavlov; eppure fino a un anno fa non avevo la più pallida idea di cosa fosse. La prima volta che mi hanno nominato il “vaccino per l’emicrania” nei miei occhi si vedeva distintamente l’horror vacui (o se preferite la particella di sodio che chiede «C’è nessuno?») accompagnato da una luce di speranza.

Quando dico e scrivo ogni tre righe (diventando anche pallosa e ripetitiva, lo so) che uscire dal silenzio e confrontarsi per acquisire maggiore consapevolezza sulla propria malattia è fondamentale, lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle. Io soffro di emicrania letteralmente da una vita, da quando ho 4 anni e ne ho quasi 38; ho fatto tante visite e svariate terapie di profilassi eppure non conoscevo la prima (e attualmente unica) cura selettiva e specifica per l’emicrania (questa la definizione che dà Piero Barbanti nel suo libro).

Meraviglioso direte voi… magari rispondo io, perché questa cura ha un piccolo difetto: la produzione di un anticorpo monoclonale è una procedura piuttosto complessa (che non provo nemmeno a spiegarvi perché i miei neuroni si sono disconnessi alla parola plasmacellule a pagina 144 del libro di Barbanti) e di conseguenza piuttosto costosa.

Allora, dato che molte persone che soffrono di emicrania ancora sanno poco o addirittura niente dell’anticorpo monoclonale anti-CGRP, proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Alla ricerca del vero colpevole dell’emicrania: il CGRP

Quando le persone mi chiedevano «Perché ti viene mal di testa? Da cosa è causato?», la mia risposta fino a qualche tempo fa era sempre più o meno «Mi piacerebbe tanto saperlo». Ho passato anni alla ricerca di un colpevole, spesso urlando mentalmente (e non solo) contro i poveri trigger dell’emicrania (cibi, bevande, luci, odori, rumori, ormoni, stress, attività fisica) che in realtà non sono i veri responsabili, hanno solo la sfortuna di essere particolarmente antipatici al cervello emicranico.

Poi, finalmente, un giorno il vero colpevole l’ho trovato (cioè, l’ha scoperto Susan Amara nel 1982, io l’ho saputo molto dopo): il CGRP peptide correlato al gene della calcitonina che dilata i vasi sanguigni delle meningi e «trasforma le vie del dolore in autostrade del dolore» (adoro questa definizione di Barbanti). Nel cervello emicranico i livelli di CGRP sono già di norma piuttosto elevati e aumentano ulteriormente durante l’attacco.

Come funziona l’anticorpo monoclonale per l’emicrania?

Il colpevole è stato individuato per la prima volta nel 1982; allora perché ci sono voluti così tanti anni per trovare una soluzione per tenerlo a bada? Perché il CGRP, in realtà, oltre a essere il responsabile della dilatazione dei vasi sanguigni, gioca un ruolo fondamentale per olfatto, udito, movimento, sensibilità al dolore, comportamento, apprendimento e alimentazione.

Bloccarlo senza creare danni alle altre funzioni dell’organismo regolate dal CGRP è stata un’impresa ardua resa possibile proprio dall’anticorpo monoclonale che, come spiega Barbanti, «come un cecchino, cerca e colpisce selettivamente il CGRP (o il suo recettore) dandogli da uno a tre mesi di squalifica a seconda del tipo di anticorpo usato».

Per chiarire ulteriormente il suo funzionamento è bene sottolineare un concetto fondamentale: l’anticorpo migliora l’emicrania riducendo la frequenza e l’intensità degli attacchi, ma non rimuove i trigger.

Infografica anticorpo monoclonale emicrania
Infografica tratta dall’articolo “Emicrania, come tentare di metterla ko” | www.repubblica.it

Quali sono le differenze tra gli anticorpi monoclonali in commercio?

Aimovig (Erenumab) è stato il primo anticorpo a fare il suo ingresso in scena ed è l’unico che prende di mira il recettore CGRP impedendo al CGRP di legarsi a esso e attivare l’emicrania. Viene somministrato con un autoiniettore sottocutaneo da 70 mg o 140 mg.

Ajovy (Fremanezumab) è stato il secondo anticorpo a essere prodotto e prende di mira direttamente il CGRP interferendo con la sua capacità di legarsi al recettore. Viene somministrato con una siringa da 225 mg.

Emgality (Galcanezumab) è stato il terzo anticorpo prodotto e, come Ajovy, attacca direttamente il CGRP. Viene somministrato con un autoiniettore sottocutaneo di 120 mg ed è l’unico che prevede una prima dose doppia definita di carico, da 240 mg, affinché si possa ottenere fin da subito un rapido livello di concentrazione del farmaco. Emgality è anche l’unico anticorpo monoclonale che solo negli USA viene utilizzato per la prevenzione della cefalea a grappolo episodica.

Vyepti (Eptinezumab) è il quarto anticorpo monoclonale anti-CGRP oggi disponibile sul mercato italiano e viene somministrato per infusione (flebo di 30 minuti, via endovena) una volta ogni 12 settimane. La dose raccomandata è di 100 mg e può essere aumentata a 300 mg, a seconda della risposta del paziente.

Quali sono i vantaggi e gli effetti collaterali dell’anticorpo monoclonale?

✅ Vantaggi

Essendo una cura specifica per l’emicrania, è generalmente più efficace degli altri farmaci utilizzati per la profilassi preventiva che vengono presi in prestito da altre patologie (betabloccanti, antiepilettici, antidepressivi e calcioantagonisti).

Si è dimostrato efficace sia per l’emicrania episodica (fino a 14 giorni al mese), sia per l’emicrania cronica (almeno 15 giorni al mese da almeno 3 mesi consecutivi).

Viene somministrato per via sottocutanea ogni 28 giorni oppure ogni 30 giorni (dipende dal tipo di anticorpo utilizzato tra quelli attualmente disponibili in Italia: Erenumab – Aimovig, Galcanezumab – Emgality e Fremanezumab – Ajovy).

⛔ Effetti collaterali

L’anticorpo monoclonale anti-CGRP si è dimostrato altamente tollerato; infatti gli effetti collaterali rilevati durante le fasi di sperimentazione sono: comparsa di dolore (a volte accompagnato da prurito e rossore) nel punto in cui è stata fatta l’iniezione e, in alcuni casi, stitichezza.

Per avere maggiori dettagli sugli eventuali effetti collaterali di ciascun anticorpo monoclonale è possibile consultare la documentazione presente sul sito di EMA (European Medicines Agency) oppure potete leggere l’articolo E come effetti collaterali dell’anticorpo monoclonale dove ho raccolto le segnalazioni in merito agli effetti indesiderati fatte da pazienti su diversi gruppi di discussione.

Chi può accedere alla terapia con l’anticorpo monoclonale anti-CGRP usufruendo della rimborsabilità del farmaco?

Amiche e amici, armatevi di pazienza perché, essendo un farmaco molto costoso per via del processo piuttosto complesso necessario per la sua produzione, i requisiti richiesti dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per la rimborsabilità sono i seguenti:

  1. Frequenza dell’emicrania (con o senza aura) di almeno 8 giorni al mese
  2. Inefficacia o non tollerabilità di almeno tre delle terapie di prevenzione dell’emicrania che prevedono l’uso di betabloccanti, antiepilettici, antidepressivi triciclici e tossina botulinica di tipo A
  3. Punteggio di disabilità pari almeno a 11 sulla scala MIDAS (Migraine Disability Assessment Score Questionnaire)

Quanto dura la terapia per l’emicrania con l’anticorpo monoclonale?

Attualmente l’AIFA prevede che l’anticorpo venga somministrato per 12 mesi e poi sospeso.
Fino a maggio 2021 il periodo di sospensione previsto era di tre mesi, ma di recente AIFA ha comunicato al presidente della SIN (Società italiana di Neurologia) che è possibile prevedere la ripresa del trattamento nel momento in cui a partire dal primo mese di sospensione si dovessero ripresentare almeno 8 episodi di emicrania con punteggio MIDAS pari o superiore a 11.

Ecco un estratto del comunicato ufficiale di AIFA «Modifica Registri Aimovig, Ajovy ed Emgality (emicrania)» che potete trovare nella sua versione integrale sulla sezione news del sito:

I Registri consentiranno la ripresa del trattamento al momento in cui (a partire dal primo mese di sospensione) si dovessero ripresentare almeno 8 episodi di emicrania con punteggio MIDAS ≥ 11. Si specifica che tali modifiche riguardano sia i nuovi trattamenti che quelli già avviati in precedenza.

Chi può prescrivere l’anticorpo monoclonale per l’emicrania?

Per ogni regione sono stati individuati dei centri specializzati autorizzati alla somministrazione di questa tipologia di terapia. Sul sito di AI.Ce. (sezione blog) potete trovare un elenco costantemente aggiornato dei centri autorizzati.

L’abuso di farmaci (triptani o FANS) può influire negativamente sull’efficacia dell’anticorpo monoclonale?

Secondo l’opinione di alcuni neurologi, sì è possibile che in presenza di cefalee cronicizzate dall’abuso di farmaci la terapia con l’anticorpo monoclonale possa risultare meno efficace: per questo motivo i dottori consigliano di iniziare questo tipo di terapia dopo aver fatto la disintossicazione.

Perché l’anticorpo monoclonale per alcune persone è efficace fin dalla prima iniezione e per altre impiega più tempo?

Ognuno di noi reagisce diversamente alle terapie e, anche nel caso dell’anticorpo monoclonale, per alcune persone è necessario più tempo per raggiungere la concentrazione plasmatica idonea affinché il farmaco venga trasferito in tutti i compartimenti del nostro organismo, fino a raggiungere il sito bersaglio.

L’anticorpo monoclonale può risultare inefficace o causare un peggioramento dell’emicrania?

Partiamo da un presupposto fondamentale: ogni persona reagisce ai farmaci in modo diverso e, anche durante la fase di sperimentazione, alcuni/e pazienti hanno osservato un peggioramento dell’emicrania pur assumendo il farmaco. Le motivazioni del peggioramento potrebbero essere le seguenti:

  1. gli anticorpi, anche se sono stati concepiti per non farlo, potrebbero innescare una reazione immunitaria che causa un’infiammazione e un conseguente un peggioramento della cefalea;
  2. gli anticorpi eliminano il dolore causato dall’emicrania e portano alla luce altre tipologie di cefalee (ad esempio miofasciali, cervicogeniche o tensive croniche) che non rispondono ai farmaci sintomatici tipicamente utilizzati per l’emicrania.

Si può fare l’anticorpo monoclonale in gravidanza o durante l’allattamento?

Riporto quanto è scritto sul foglietto illustrativo:

  1. Se si è in età fertile, è consigliato evitare di rimanere incinta durante il trattamento;
  2. Se la gravidanza è in corso, è preferibile evitare l’uso dell’anticorpo perché non ci sono dati sufficienti in merito agli eventuali effetti sul feto;
  3. Se si sta allattando, bisogna consultare il proprio medico per decidere se assumere o meno la terapia durante l’allattamento.

Bene amiche e amici, il mio primo post alla Superquark è finito e, ironia a parte, spero sia servito a rispondere a eventuali dubbi e domande sulla terapia con l’anticorpo monoclonale per l’emicrania.

➡️ Chi di voi sta sperimentando l’anticorpo monoclonale anti-CGRP come terapia preventiva? Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti o sulla pagina Instagram e Facebook del blog.

➡️ Se, invece, volete sapere come sta andando il mio percorso di terapia con Emgality potete leggere l’articolo (che terrò costantemente aggiornato) Il mio diario dell’anticorpo monoclonale.

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11 commenti su “A come ANTICORPO MONOCLONALE, detto anche (erroneamente) vaccino per l’emicrania”

  1. Grazie per i consigli ho scoperto da poco la tua pagina su Instagram . È bello sapere di non essere soli ed essere compresi, si perché solo chi ne soffre da sempre come noi sa…..io ho 56 anni e da circa 50 ne soffro tanti troppi 😞

    1. Cara Lella, condividere è il segreto per sentirsi meno sole. Il motivo per cui ho iniziato a scrivere è stato proprio questo: uscire dal silenzio e smettere di sentirsi sole in questa sofferenza che spesso ci accompagna per tutta la vita. Sono felice che leggendomi tu ti senta compresa ❤️ ti abbraccio forte.

    1. Buongiorno, io utilizzo Ajovi da 11 mesi, per quanto riguarda gli effetti collaterali ho prurito e gonfiore in sede di iniezione per quasi 10 giorni (un ponfo di circa 5-6cm) che dura 10 giorni circa, il neurologo mi ha detto di mettere cortisone ma non funziona, proverò a mettere arnica inoltre mi hanno detto di provare sulla pancia perché crea meno irritazione….. , inoltre vedo che i sintomi premestruali sono cambiati.. Prima avevo male il seno ora non più solo irritabilita’ d’umore.cerco di bere molto, faccio sport e seguo una dieta sana e per il resto non ho mai avuto problemi di stipsi né di aumento di peso.

      1. Cara Federica
        la reazione sul sito di iniezione è una reazione abbastanza comune.
        Io faccio l’iniezione sulla pancia e mi trovo molto bene, non ho mai avuto questo tipo di reazione.
        Fai un tentativo e aggiorna sempre il tuo neurologo.
        Un abbraccio

  2. Giacomo Fraccalvieri

    Grazie Alessandra,
    anche per il modo ironico di affrontare questo problema per noi soggetti emicranici.

  3. Salve, sono Elvira, ho 59 anni e soffro di cefalea ed emicrania da quando ne avevo 15. Negli ultimi 4 anni ,anche a causa della menopausa, pensavo di essere uscita da questo tunnel. Avevo periodi di cefalea nei mesi di maggio, che duravano anche 20 giorni, e verso settembre. Ma nell’ultimo anno sono stata molto meglio. Fine marzo ho avuto il covid, mi sono negativizzata dopo 15 giorni. A distanza di tre settimane, mi è iniziata una cefalea con emicrania, che non mi lascia da più di 35 giorni. Sono disperata, Non so se è conseguenziale al covid.

    1. Cara Elvira

      il peggioramento della cefalea è un possibile effetto post infezione da Covid.
      Ti consiglio di sentire un neurologo e di capire insieme a lui quale può essere un percorso terapeutico sul breve periodo che possa aiutarti a gestire questo momentaneo peggioramento del mal di testa.

      Un abbraccio

  4. Salve, sto facendo Emgality dal 27 giugno scorso e sono arrivato agli anticorpi monoclonali dopo avere provato, senza alcun risultato benefico, praticamente tutti i farmaci antiemicranici. Ho 67 anni, soffro di mal di testa praticamente da quando ne avevo 18, con una frequenza che è andata via via aumentando fino ad arrivare a 13 eventi al mese, non invalidanti, ma abbastanza dolorosi. Come antidolorifico ero solito prendere l’Indometacina, l’unico farmaco che mi apportava qualche beneficio. Parlo al passato perché dall’inizio di Emgality non ho più preso tale farmaco e i dolori sono scomparsi quasi del tutto. Due o tre eventi li ho ancora, ma abbastanza blandi, tanto da non richiedere l’impiego dell’antidolorifico. Effetti collaterali a oggi: direi nessuno apprezzabile, salvo in questo momento una sensibilità maggiore a una extrasistolia cardiaca, che però ho da sempre e che si accentua in particolari periodi che non ho ancora bene identificato. In pratica non so dire se questo fatto dipenda dal farmaco, oppure se sia uno dei soliti eventi che si ripetono anche a distanza di svariati anni (7 dall’ultima volta). Sto comunque indagando con il cardiologo e ne parlerò anche con il neurologo nel corso della prossima visita verso fine novembre.

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